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“I cantori del Cilento”, la mostra fotografica in tour tra i borghi cilentani


Scatti d’autore immortalano le confraternite cilentane. Il risultato è nella mostra “I cantori del Cilento” di Antonio Alaimo e Mario Roberto Mazza, ad agosto in tour tra i borghi del Cilento. Dopo l’apertura a Camella di Perdifumo dal 31 luglio al 1° agosto, l’esposizione viene proposta venerdì 6 e sabato 7 agosto a Moio della Civitella nell’ambito del festival internazionale degli artisti di strada "Mojoca", a seguire sarà allestita a Ceraso dall’8 al 10 agosto, a Perdifumo nella Cappella del Rosario dal 13 al 16 agosto, a Torchiara nel palazzo baronale De Concillis il 18 agosto, a Pellare dal 24 al 27 agosto. Gli scatti in mostra sono frutto del lavoro di Antonio Alaimo, a un passo dalla laurea in Lingue, culture e istituzioni dei Paesi del Mediterraneo presso l'Università degli studi di Napoli "L'Orientale", e del fotografo Mario Roberto Mazza, che vive a Ceraso e lavora a Vallo della Lucania. La passione per la fotografia, che li accomuna, li ha portati a seguire da vicino il “piccolo rito cilentano”, cioè quella pratica devozionale che le confraternite del Cilento antico eseguono da generazioni in occasione della Settimana Santa. Antonio Alaimo racconta fotograficamente questo secolare rito, seguendo per una intera giornata i confratelli, protagonisti assoluti del Venerdì Santo cilentano. La sua attenzione e quella degli amici con cui ha sviluppato il progetto si è concentrata sulla confraternita di Perdifumo, di cui hanno seguito la disordinatissima ma divertentissima vestizione, per poi spostare il proprio interesse al rito della visita agli altari della deposizione, nelle caratteristiche chiesette dei paesi del Monte Stella, che vivono con grande partecipazione e attesa l’arrivo delle congreghe. A fine giornata hanno seguito di nuovo la Confraternita di Perdifumo, immortalando la suggestiva processione del Venerdì Santo che incontra a metà strada la processione gemella che sale dalla frazione limitrofa di Camella, per far sì che la Madre possa piangere il Figlio morto. Lo spirito con cui la ricerca è stata effettuata è quello di testimoniare una tradizione che, oltre a rappresentare un momento di alta religiosità popolare, è anche un’occasione di incontro con le comunità dei paesi limitrofi: uno scambio che sta pian piano scomparendo per motivi demografici: molti dei giovani che dovrebbero imparare dai proprio padri e dagli anziani del paese i canti e le tradizioni lasciano il paese di origine. Anche per questo in alcune confraternite hanno fatto la loro comparsa le donne.

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